Recensione Agorà Metropilitana di Giusi Mangione

Un punto di non ritorno. Una vita scissa in due parti opposte: prima e dopo.
Stavolta non è la morte – limite non contrattabile dell’esistenza terrena – bensì è l’istante in cui l’istinto di conservazione si arrende a forze opposte e turbinose. Il vortice degli eventi che ne consegue ingoia, voracemente, l’esistenza precedente.
Da quel momento in poi, nulla potrà essere più lo stesso.

Il punto di non ritorno per il patologo forense Giulio Peroni, protagonista del romanzo “L’ombra delle pareti” di Mario D’Agostino, è racchiuso in una data ben precisa: il 27 novembre 2017.

Partendo da quel giorno la tessitura narrativa di D’Agostino addomestica il moto oscillatorio tra prima e dopo “il punto di non ritorno”, riuscendo ad ipnotizzare ed a spiazzare il lettore con una progressione incalzante che carica di suspense la storia e ne delinea il protagonista narrante.
Giulio è un uomo metodico e “lineare”, che aspira ad una vita senza scossoni, giocata tra il lavoro e la famiglia. Quando, in seguito, il destino rimescolerà le carte, si dirigerà convinto verso un’esistenza totalmente diversa con Sofia, una giovane donna dal passato segnato da un tragico incendio.
È solo l’inizio del percorso di avvicinamento al “punto di non ritorno”; sarà un cammino complesso che prenderà direzioni diverse con l’apparire degli altri personaggi del romanzo: l’amico Ciro, l’ispettore Vega e, via via, tutti gli altri.

L’autore, Mario D’Agostino, medico chirurgo di professione e scrittore per passione, muove le fila della storia con la sicurezza e la perfidia dello scrittore che sa utilizzare le armi del giallo. Asseconda la naturale propensione del lettore per le supposizioni, compone gli indizi, gestisce la progressione logica che fa intravedere la soluzione della storia, salvo poi togliere certezze e conclusioni, aprendo nuove possibilità di svolta.

“L’ombra delle pareti” è un romanzo dal ritmo sostenuto, ma non asfissiante, giocato su una brillante narrazione in prima persona da cui risaltano alcuni momenti di dialogo interiore del protagonista Giulio che danno alla storia un gusto più corposo e offrono spunti di riflessione che vanno oltre le pagine del libro, raggiungendo in pieno il lettore. Come scrive Mario D’Agostino: “Pensiamo di conoscerci perché consideriamo solo il lato migliore di noi stessi, ma non dovremmo mai dimenticare l’ombra della pareti”.